le feste
Durante
l’anno ci sono molte feste attribuite alla religione islamica. Ci sono anche
dei mesi che sono considerati mesi sacri.
Innanzitutto c’è una feste più sentita, che si chiama la festa del “ fetr”, che si celebra al termine del ramadan, periodo in cui i musulmani rimangono senza bere e senza mangiare per tutto il giorno dall’alba al tramonto, per 30 giorni. Poi quando si celebra la festa del “fetr” la vita quotidiana ritorna normale.
C’è un’altra festa ugualmente importante che si chiama la festa del “Adha”, ossia il sacrificio della capra; ogni famiglia celebra con una capra. Dopo due mesi dalla festa del “Adha” c’è un giorno in cui si celebra la nascita del profeta Maometto; questa festa è simile al Natale perché, in quel periodo, si regalano ai bambini dei giocattoli. Questo periodo è chiamato “Aishura”.
Ci sono altre feste, che non sono importanti dal punto di vista religioso, ad esempio c’è la festa di “zam-zam” (nell’alfabeto italiano non esiste il suono che traduce esattamente la parola araba) che si svolge il 20 del mese di Sahban. Questa festa è legata ad una leggenda del Marocco: racconta, la leggenda, che un profeta, quando era piccolo e si trovava con la sua mamma nel deserto, non avendo acqua, si mise ad andare a gattoni fuori dalla tenda. Dopo un po’ prese a scavare con le sue manine nella sabbia e, da quella piccola buca, cominciò a sgorgare l’acqua. Arrivò la mamma che cominciò a dissetarsi e a lavarsi assieme al bambino.Proprio in quel momento stava passando una carovana che, da giorni, non beveva molto. Anche questi cominciarono a bere e bere e lavarsi la faccia. Dopo qualche tempo l’acqua diventò troppa, allora tutti si misero a urlare dicendo all’acqua di fermarsi, pronunciando queste parole “zam-zam”, che voleva dire “ fermati-fermati”, ma l’acqua non si fermò. Questo luogo si chiama “zam-zam” ed è nel deserto vicino alla città di Medina (nell’Arabia Saudita) dove si trova la tomba di Maometto e, ancora oggi, continua a dissetare le carovane che passano di là. Allora, per ricordare questo avvenimento, il giorno 20, si usa spruzzarsi per tutta la mattina facendo finta che sia l’acqua miracolosa.
Innanzitutto c’è una feste più sentita, che si chiama la festa del “ fetr”, che si celebra al termine del ramadan, periodo in cui i musulmani rimangono senza bere e senza mangiare per tutto il giorno dall’alba al tramonto, per 30 giorni. Poi quando si celebra la festa del “fetr” la vita quotidiana ritorna normale.
C’è un’altra festa ugualmente importante che si chiama la festa del “Adha”, ossia il sacrificio della capra; ogni famiglia celebra con una capra. Dopo due mesi dalla festa del “Adha” c’è un giorno in cui si celebra la nascita del profeta Maometto; questa festa è simile al Natale perché, in quel periodo, si regalano ai bambini dei giocattoli. Questo periodo è chiamato “Aishura”.
Ci sono altre feste, che non sono importanti dal punto di vista religioso, ad esempio c’è la festa di “zam-zam” (nell’alfabeto italiano non esiste il suono che traduce esattamente la parola araba) che si svolge il 20 del mese di Sahban. Questa festa è legata ad una leggenda del Marocco: racconta, la leggenda, che un profeta, quando era piccolo e si trovava con la sua mamma nel deserto, non avendo acqua, si mise ad andare a gattoni fuori dalla tenda. Dopo un po’ prese a scavare con le sue manine nella sabbia e, da quella piccola buca, cominciò a sgorgare l’acqua. Arrivò la mamma che cominciò a dissetarsi e a lavarsi assieme al bambino.Proprio in quel momento stava passando una carovana che, da giorni, non beveva molto. Anche questi cominciarono a bere e bere e lavarsi la faccia. Dopo qualche tempo l’acqua diventò troppa, allora tutti si misero a urlare dicendo all’acqua di fermarsi, pronunciando queste parole “zam-zam”, che voleva dire “ fermati-fermati”, ma l’acqua non si fermò. Questo luogo si chiama “zam-zam” ed è nel deserto vicino alla città di Medina (nell’Arabia Saudita) dove si trova la tomba di Maometto e, ancora oggi, continua a dissetare le carovane che passano di là. Allora, per ricordare questo avvenimento, il giorno 20, si usa spruzzarsi per tutta la mattina facendo finta che sia l’acqua miracolosa.
La cucina
La cucina marocchina ha come base piatti
caratterizzati da un concentrato di vari sapori che vanno dal salato. In un
piatto unico è possibile trovare carne e verdura, candita anche con dello
zucchero. Le spezie sono usate estensivamente nel cibo marocchino e sono:
cannella, cumino, curcuma, zenzero, pepe nero, paprica , semi
di anice, semi di sesamo, coriandolo, zafferano. Le erbe comuni
includono la menta e il prezzemolo.
Lungo la costa è possibile gustare sia crostacei, come l’astice, l’aragosta e i gamberoni, sia altri tipi di pesce, come sardine e sogliole. In ogni strada è facile imbattersi in venditori di fichi d’India e datteri.
Tipico piatto è il TAJINE , una pietanza di carne in umido contenuto in un piatto tradizionalmente fatto di terracotta, spesso smaltata o decorata,ed è composto da 2 parti: una parte inferiore piatta e circolare con i bordi bassi, ed una parte conica superiore che v iene appoggiata sul piatto durante la cottura.
Lungo la costa è possibile gustare sia crostacei, come l’astice, l’aragosta e i gamberoni, sia altri tipi di pesce, come sardine e sogliole. In ogni strada è facile imbattersi in venditori di fichi d’India e datteri.
Tipico piatto è il TAJINE , una pietanza di carne in umido contenuto in un piatto tradizionalmente fatto di terracotta, spesso smaltata o decorata,ed è composto da 2 parti: una parte inferiore piatta e circolare con i bordi bassi, ed una parte conica superiore che v iene appoggiata sul piatto durante la cottura.
Il COUS COUS, costituito da agglomerati ovvero granelli di semola cotti a vapore , è accompagnato a carni in umido e verdure bollite.
La PASTILA è una famosa torta di pollo o pesce del Marocco: un guscio leggere croccante detto “warqa” nasconde il pollo saporito allo zafferano.
L’ HARIRA, è una zuppa tradizionale che viene generalmente preparata durante il periodo del Ramadan e in occasione di celebrazioni come, ad esempio, i matrimoni.
Mandorle, miele e zucchero sono la base dei dolci marocchini,tipici dolcetti sono le “ corna di gazzella ” dove la pasta di mandorle si mescola con il profumo dei fiori d’arancio.
La bevanda tipica del Marocco è il tè alla menta che ha anche un suo tipico rito di preparazione.
i costumi
Anche se il Marocco è un Paese che sta
crescendo velocemente e si sta aprendo sempre più allo stile di vita
occidentale, rimane una nazione molto tradizionalista e ciò si riflette
soprattutto nell’abbigliamento. Tipici abiti del Marocco sono: la “jillaba”,
una tunica lunga fino ai piedi, in tinta unita con dei ricami dello stesso
colore; il copricapo per gli uomini è il “fokia” e il “drra” per le donne. Gli
uomini portano anche delle particolari “ciabatte” dette “belga”. In occasioni di feste le donne Caratteristica
femminile è il “hijab”: il velo che incornicia i volti delle donne. Il Marocco
non vive di una forte legge islamica e le donne sono, nella maggior parte dei
casi, libere di scegliere per portare il hijab o no. Viene scelto in
abbinamento all'abito, sempre molto ricco e decorato, ed è un accessorio di
bellezza.
KAFTAN
E' un abito tradizionale da donna. un vestito lungo con 2 pezzi, un primo poi un secondo che si mette sul primo. Molto spesso è confezionato su misura. Infatti ,le donne del Marocco comprano il tessuto a loro piacimento, poi lo danno a loro sarto per fargli un Kaftan. I modelli sono tantissimi quindi ogni donna può scegliere un Kaftan che le piace. Si porta soprattutto nelle feste di matrimonio con delle cinture speciali, vanno chiamate 'MDAMMA', spesso sono cinture d'oro. ma ci sono altre cinture più semplici. Il tessuto può essere di seta o altro...bisogna sapere che un Kaftan non si fa con un qualsiasi tessuto, ma ci sono tessuti speciali. Col tempo tutto cambia! anche il Kaftan marocchino è cambiato:alcuni stilisti l'hanno modernizzato e adesso c'è anche un Kaftan scollato, un kaftan jeans simbolo di eleganza e semplicità.
JILLABA
Nella grande varietà di abiti in Marocco i due fondamentali, che tutti posseggono, sono il jillaba e il caftan. Abiti raffinati che evocano lo stile lussuoso e orientale di questo Paese. Camminando attraverso le strade di una qualsiasi città marocchina vedrete certamente uomini e donne che indossano lunghi e ampi abiti con cappuccio, indossati sopra i loro abiti “normali”. Sono i jillaba, che ricoprono il corpo interamente eccetto la testa, le mani e i piedi. Gli uomini generalmente indossano il jillaba nelle occasioni importanti abbinato al copricapo marocchini rosso, il Fez.
KAMIS
Altro capo che indossano gli uomini è il Kamis . E’ un lungo camicione/tunica con collo a listino che si indossa generalmente nei giorni festivi, il venerdi’ per la preghiera, ed è fabbricato con tessuti appunto da camicia, come il cotone. Decisamente elegante viene indossato con un copricapo lavorato all’uncinetto
KAFTAN
E' un abito tradizionale da donna. un vestito lungo con 2 pezzi, un primo poi un secondo che si mette sul primo. Molto spesso è confezionato su misura. Infatti ,le donne del Marocco comprano il tessuto a loro piacimento, poi lo danno a loro sarto per fargli un Kaftan. I modelli sono tantissimi quindi ogni donna può scegliere un Kaftan che le piace. Si porta soprattutto nelle feste di matrimonio con delle cinture speciali, vanno chiamate 'MDAMMA', spesso sono cinture d'oro. ma ci sono altre cinture più semplici. Il tessuto può essere di seta o altro...bisogna sapere che un Kaftan non si fa con un qualsiasi tessuto, ma ci sono tessuti speciali. Col tempo tutto cambia! anche il Kaftan marocchino è cambiato:alcuni stilisti l'hanno modernizzato e adesso c'è anche un Kaftan scollato, un kaftan jeans simbolo di eleganza e semplicità.
JILLABA
Nella grande varietà di abiti in Marocco i due fondamentali, che tutti posseggono, sono il jillaba e il caftan. Abiti raffinati che evocano lo stile lussuoso e orientale di questo Paese. Camminando attraverso le strade di una qualsiasi città marocchina vedrete certamente uomini e donne che indossano lunghi e ampi abiti con cappuccio, indossati sopra i loro abiti “normali”. Sono i jillaba, che ricoprono il corpo interamente eccetto la testa, le mani e i piedi. Gli uomini generalmente indossano il jillaba nelle occasioni importanti abbinato al copricapo marocchini rosso, il Fez.
KAMIS
Altro capo che indossano gli uomini è il Kamis . E’ un lungo camicione/tunica con collo a listino che si indossa generalmente nei giorni festivi, il venerdi’ per la preghiera, ed è fabbricato con tessuti appunto da camicia, come il cotone. Decisamente elegante viene indossato con un copricapo lavorato all’uncinetto
KAFTAN JILLABA KAMIS FEZ